martedì 29 maggio 2012

NO IMU DAY


PARTECIPA ANCHE TU!

domenica 27 maggio 2012









La nostra battaglia contro l'IMU


Lo sai che a Torino l'IMU sarà quasi al massimo?


L'imu è soltanto l'ultima di una lunga serie di tasse inique che colpiscono tutti i cittadini, che di tasca propria andranno a coprire le carenze e gli sprechi delle amministrazioni locali, ma anche dello Stato che si mangerà, è proprio il caso di dirlo, una fetta importante dell'imposta.

La nostra richiesta alle amministrazioni locali è di rinunciare al gettito proveniente dalla prima abitazione, applicando un corrispettivo taglio alla spesa e non un trasferimento della tassa dalla prima abitazione ad altri beni.

Prima di richiedere ai cittadini di fare cassa di tasca propria, oltretutto in periodo di crisi è indispensabile che il Comune dimostri di non avere nessuna spesa in accesso, nessuno spreco, nessuna uscita ingiustificata, inclusi tutti quei servizi che possono essere esternalizzati.

Alcuni comuni hanno già votato la mozione anti-IMU, anche Torino lo può fare, firma anche tu la nostra proposta di abbassamente dell'aliquota al minimo!






Il nuovo blog di Lottieri

Carlo LottieriFacciamo i migliori auguri al prof. Carlo Lottieri per il suo nuovo blog su Il Giornale. Il professore già collaborava con il quotidiano pubblicando i suoi sempre interessanti articoli dando voce a quelle idee di libertà che stentano a crescere in Italia. E ora utti a leggere il blog di Lottieri!

http://blog.ilgiornale.it/lottieri/


martedì 22 maggio 2012

Da "The Fielder"

Gli anatemi contro i liberisti


English version.
A chi attribuire la colpa della crisi che stiamo vivendo? Per alcuni è facile rispondere. Gli imputati sono il libero mercato, i liberisti e le loro ricette da apprendisti stregoni. E così può accadere, sempre più spesso, di imbattersi in novelli Savonarola che lanciano i propri anatemi. Come questoarticolo, apparso circa un mese fa su AgoraVox.
Il pezzo, che ha come argomento principale una strenua difesa dell’articolo 18, è di fatto un vero e proprioj’accuse contro il libero mercato, reo di essere alfa ed omega della crisi. Ma è davvero così? E’ questa la risposta alla nostra domanda iniziale? Ovviamente no. Incolpare il liberismo – che senza remore viene definito “il problema, non la soluzione” dell’attuale situazione, è il risultato frettoloso di un’analisi sbrigativa ed imprecisa, alla quale va opposta una più attenta considerazione dei fattori che hanno condotto al disastro. Un approccio di questo tipo sarebbe anche molto più intellettualmente onesto verso le molte persone che vorrebbero – e meriterebbero – risposte serie e argomentate. Anche se sicuramente è molto più facile indicare alla massa un capro espiatorio da odiare.
La crisi finanziaria americana innescata nel 2007 dalla sovraesposizione degli istituti di prestito immobiliare è solo il punto di rottura che segna, di fatto, la fine del sistema monetario imperniato sul dollaro come valuta di riserva internazionale. “I mutui subprime che ci hanno fregato tutti”, come vengono definiti su AgoraVox, sono in realtà la scontata conseguenza della negazione dei principi del liberismo e di una lunga e consapevole distorsione del libero mercato da parte della Federal Reserve Bank.
Il crack affonda le sue radici nel 2001, quando per combattere la recessione – verificatasi dopo lo scoppio della bolla del NASDAQ nel 2000 – Alan Greenspan manipolò i tassi di interesse portandoli ad un valore artificiale estremamente basso: dal 6,5% del 2001 all’1% del 2003. Quando nel giugno del 2006 vennero lentamente riportati al 5,25%, si crearono le condizioni ultime per il terremoto sul mercato immobiliare. I tassi d’interesse, manipolati al ribasso, erano stati ottenuti inflazionando l’offerta di moneta: tale operazione va contro ogni logica del liberismo. Non si può certo accusare il libero mercato di essere causa della bolla immobiliare, come invece sentenzia con disinvoltura l’autore dell’articolo: “… la crisi è nata dalla troppa libertà economica Usa”. Non è così. La crisi è nata dalla negazione di tale libertà, e dalle azioni sconsiderate della FED che hanno distorto irrimedibilmente il mercato. Proprio l’interventismo ed il “credito facile” orchestrati dalla FED negli anni precedenti hanno generato una ricchezza illusoria ed il conseguente crollo del risparmio privato: l’euforia dei mutui facili si trasformò in disastro nel 2007.
L’espansione creditizia artificiale provocata dalle banche centrali ha di fatto causato profondi squilibri nell’economia mondiale: a forti shock dovuti all’espansione monetaria sono sempre seguiti shock di carattere recessivo, come quello attuale che stiamo vivendo o come quello che colpì gli USA nel ’29. Ed è paradossale che la FED e Ben Bernanke, ed in parte anche la BCE, piuttosto che favorire un riassestamento – anche doloroso – del sistema, abbiano compiuto scelte che, anzi, aggravano la crisi e la perdurano nel tempo. Quindi, invece d’individuare nel libero mercato il nemico, si dovrebbe seriamente riflettere sul ruolo delle banche centrali nel sistema economico dei Paesi. Più precisamente, ci si dovrebbe domandare se un organo di pianificazione centrale finanziaria sia realmente in grado di decidere – o forse sarebbe meglio dire prevedere – la politica monetaria più adatta in ogni periodo.
Un altro fattore determinante per la crisi è stata la promulgazione nel 1999 da parte di Bill Clinton della legge bancaria Gramm-Leach-Bliley Act, che sostituito il precedente Glass-Steagall Act del 1933. La caduta della differenziazione tra banca commerciale e banca d’investimento ha permesso il ricorso a strumenti strutturati per ripartire il rischio connesso all’attività tipica della banca sui mercati, consentendo la diffusione di quei prodotti che oggi sono chiamati “titoli tossici” all’interno dei portafogli degli investitori. Per quanto questa venga spesso considerata come una “liberalizzazione selvaggia” del settore bancario, essa è stata più che altro un favore bipartisan Repubblicano-Democratico alle lobbies – più precisamente a Citicorp, la seconda banca più grande degli Usa, fusa nel 1998 con la compagnia assicurativa Travelers Group dando vita a Citigroup – che ha ulteriormente distorto il mercato. Ciò, unito alle manovre delle banche centrali sui tassi di interesse e all’economia americana fondata sul debito, ha generato le bolle degli anni 2000.
Possiamo dunque comprendere che analizzare una crisi come quella in atto non è affatto semplice, né tantomeno immediato. Anziché generalizzare ed indicare nel libero mercato il nemico, addirittura puntando l’indice in maniera inquietante contro la libertà economica, bisognerebbe al contrario capire come fare per riacquisire la libertà perduta, erosa dall’arroganza delle istituzioni economiche e politiche . E’ qualunquista voler accumunare le esperienze liberiste di Argentina Russia, Polonia e Messico, e metterle tutte nello stesso calderone, come a voler denunciare il perenne fallimento del liberismo ovunque applicato. Fino a prova contraria, l’unico sistema che ha sempre fallito è stato quello della pianificazione economica di stampo comunista e socialista.
Quindi, lasciamo da parte gli anatemi, e speriamo piuttosto che prima o poi una rivoluzione liberale e liberista sia possibile anche in Italia, e che non sia ormai troppo tardi per rimediare agli errori commessi.

lunedì 14 maggio 2012

I liberali e la TAV: diamo i numeri?

Vi segnaliamo il dibattito organizzato da Ora libera(le) e Ateneo Liberaldemocratico sulla TAV da un punto di vista liberale. Eccovi i dettagli:


Martedì 15 maggio 2012, dalle 18:00 alle 20:00, l’Ora libera(le) e Ateneo Liberaldemocratico provano a riportare un po’ di ordine nel dibattito sulla TAV invitando a confrontarsi sull’argomento Francesco Ramella, ingegnere, dottore di ricerca in Trasporti al Politecnico di Torino e fellow dell’istituto Bruno Leoni, per il quale già nel 2007 fu coautore di un paper in cui esponeva “le ragioni liberali del no”; e Antonio Marco D’Acri, assessore al Bilancio della Provincia di Torino, ente tra i sostenitori dell’opera in questione.
Di Tav si è parlato molto, spesso con toni accesi e in modo ideologico; il tema divide, anche chi normalmente la pensa allo stesso modo. In questo dibattito, all’insegna della sobrietà e del confronto civile, l’attenzione sarà rivolta prima di tutto ai “numeri” dell’opera, ma vi sarà spazio anche per una riflessione più generale sul ruolo della politica nella pianificazione di opere infrastrutturali di questo tipo.
Al termine, vi sarà spazio per domande dal pubblico.
Appuntamento quindi in Aula 11, in via Sant’Ottavio 20, presso l’Università di Torino, Palazzo Nuovo, Facoltà di lettere.
L’ingresso è libero, tutti sono invitati a partecipare.

giovedì 10 maggio 2012

Via da Equitalia


Libertà fa paura

"La libertà fa paura. Essere liberi vuol dire essere responsabili, assumersi le proprie colpe. Molto meglio pensare che i guai propri siano sempre colpa di qualcun altro".

(E. Cerneaz)

mercoledì 9 maggio 2012

Tavolo contro IMU

Chi vorrebbe partecipare al tavolo per la raccolta delle firme contro l'IMU? Ne abbiamo già organizzati due con ottimo successo. Per continuare avremmo bisogno di qualcun'altro per garantire un minimo di rotazione alle persone. Siamo tutti volontari e abbiamo lavoro e famiglia. Per collaborare potete contattarci ai recapiti sottostanti.
Tea Party Piemonte
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