martedì 31 gennaio 2012

La mozione IMU su "il giornale del piemonte"

sabato 28 gennaio 2012

Resoconto Presentazione "Credere nello Stato? Telogia Politica e Dissimulazione da Filippo il Bello a Wikileaks".

Si è svolta a Torino,  presso la libreria Dante Alighieri, piazza Carlo Felice, la presentazione, organizzata dal CIDAS (Centro Italiano Documentazione Azione Studi), dell'ultima fatica di Carlo Lottieri, Professore di “Dottrina dello Stato” presso l’Università di Siena:


“Credere  nello Stato? Teologia  Politica e dissimulazione da Filippo il Bello a Wikileaks”, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2011.

Ha dialogato con l’autore Paolo Heritier, filosofo del diritto dell’Università piemontese, il quale, introducendo il volume, ha subito sottolineato la freschezza e la vivacità dello stesso, in un momento storico nel quale è raro, per ciò che riguarda il rapporto del potere con le confessioni religiose e la stessa teologia politica, imbattersi in scritti interessanti e ben argomentati.

Non ha lesinato però critiche al libertario italiano: secondo Heritier, infatti, la demitizzazione dello Stato moderno è accompagnata dal pericolo, altrettanto subdolo, di nuove idolatrie mondane, quali quella del mercato o dell’economia speculativa in genere; da qui, il bisogno di una Cristologia, della quale, però, non sembra esservi traccia nel libro.

Per Lottieri, invece, questo pericolo non esiste, perlomeno riguardo al mercato: esso, infatti, non è altro che il luogo nel quale si concretizzano le libertà prepolitiche e inviolabili dell’individuo, attraverso la catena degli scambi volontari: si tratta, semplicemente, di riconoscere la sovranità dell’individuo nell’ottica di un’etica del tu, in grado di riportare la società odierna alle sue autentiche radici cristiane e liberali, per cui l’altro e le sue proprietà meritano un rispetto assoluto.

Soffermandosi sulla natura e  lo scopo del saggio, Lottieri lo ha poi definito sostanzialmente “anti illuminista”, riconoscendo, al contrario di molti suoi colleghi, in Immanuel Kant uno dei principali costruttori della statualità moderna e dei miti che ad essa si accompagnano: lo studioso di Königsberg, infatti, sostanzialmente trasferisce il potere assoluto statuale dal monarca alla legge “generale" ed "astratta”, la quale è, per sua natura, irresistibile; con lui si chiude il cerchio tracciato inizialmente da Macchiavelli e Bodin, continuato da Hobbes e ulteriormente sviluppato da Rousseau, del quale Kant è l’ideale continuatore.

A riprova del primato assoluto kantiano della volonté générale, che si esplica nella legge democratica formale, e, quindi,del debito intellettuale nei confronti di Rousseau, vi è la controversia dell’illuminista tedesco con Benjamin Constant: quest’ultimo ammette, implicitamente, la possibilità di resistenza, attraverso la menzogna, al potere politico che vanti pretese illegittime ed ingiuste, contrapponendosi al rigoroso legalismo formalista kantiano, pericolosamente lontano dalla realtà materiale e che non prevede, di fatto, possibilità di resistenza alcuna al potere costituito, subordinando il rispetto per l'altro ad una concezione del diritto puramente astratta, sganciata completamente dalle relazioni interindividuali.

Per quanto attiene alla definizione di “laicità”, invece, in essa l’autore vede un paravento ideologico, la copertura ideale della neutralità dello stato moderno: ciascuno di noi può scegliere a quale religione aderire, ma tutti dobbiamo, prima che cristiani, musulmani o ebrei, essere “cittadini”, riconoscendo, quindi, nello Stato una fonte legittima di autorità e potere. Ed è proprio grazie alla costruzione di questa teologia politica che attraversa i secoli se, nonostante le difficoltà cui va ed è andato incontro, lo Stato recita una parte ancora molto importante nelle vite dei suoi cittadini. Senza dimenticare, tuttavia, la storicità di questa istituzione, caratterizzata, come ogni fenomeno umano, da un inizio e da una fine, in corrispondenza del contesto sociale e ambientale in cui essa si sviluppa e vive.

È seguito interessante dibattito.

Luigi

http://www.store.rubbettinoeditore.it/credere-nello-stato.html

giovedì 26 gennaio 2012

Sostituto di imposta, una battaglia anti-statalista

intervista a Giorgio Fidenato
di Luciano Capone

Il sostituto di imposta è “chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento di imposte in luogo di altri”. È il meccanismo per cui il datore di lavoro diviene esattore: versa al dipendente solo una parte della retribuzione e gira il resto allo Stato. Già nel 2000 i Radicali, con la consulenza dell’allora liberale Giulio Tremonti (sì, esisteva un Tremonti liberale, quello che ha scritto “Lo Stato criminogeno”), avevano raccolto le firme per un referendum abrogativo contro la norma, ma il quesito venne bocciato dalla Consulta. Dopo diversi anni un combattivo imprenditore agricolo di Pordenone, Giorgio Fidenato, ha iniziato una battaglia solitaria contro il “sostituto d’imposta”. Dal gennaio 2009 il presidente degli Agricoltori Federati, dopo aver auto-denunciato all’Agenzia delle Entrate e all’Inps il rifiuto di sostituirsi ai propri dipendenti nel pagamento delle imposte, versa agli stessi la busta paga lorda.
Fidenato, perché si rifiuta di adempiere al “sostituto d’imposta”?
Lo Stato ci obbliga a fare un lavoro, quello di trattenere dalla busta paga dei nostri dipendenti quanto essi devono pagare per tasse e contributi Inps. Quest’obbligo lo ritengo lesivo dell’art.23 della Costituzione secondo cui non si può imporre alcuna prestazione personale o patrimoniale; inoltre anchela ConvenzioneEuropeadei diritti dell’uomo sancisce che “nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio” ad eccezione della leva militare. Il sostituto d’imposta poi non si limita allo Stato: se avessimo avuto iscritti al sindacato saremmo stati costretti a lavorare anche per loro, a prendere i soldi ai dipendenti e versarli al sindacato. Sono cose che gridano vendetta!
Quindi, un po’ come avviene per  la leva militare, la sua è un’obiezione di coscienza?
Non invio più nemmeno il modello dm10, la dichiarazione che si fa all’Inps sulle retribuzioni lorde ai dipendenti. Non faccio né il gabelliere, né la spia: se vuoi sapere quanti soldi ha avuto chiedilo al dipendente. Io non solo mi rifiuto di lavorare gratis, ma mi rifiuterei anche se mi pagassero 100.000 euro a cedolino paga, è un lavoro che non accetto di fare. Per me è un po’ come pulire i cessi, io a pulire i cessi non ci vado nemmeno se mi pagano.
I dipendenti sono d’accordo? Rischiano qualcosa dal punto di vista legale?
Non c’è astio, non c’è conflitto, perché non gli tolgo nulla. A me costano 2000 o 3000 euro e gli do tutta la cifra in busta paga. Li ho aiutati e continuo a farlo per il calcolo delle tasse sulla busta paga; inoltre, a copertura di ogni loro possibile responsabilità ,li ho invitati a spedire una raccomandata alla Agenzia delle Entrate in cui chiedono come devono comportarsi di fronte a un datore di lavoro un po’ “matto” che gli da la busta paga lorda.
I sindacati sono tra i suoi critici peggiori, dicono che la sue è una “cretinata di carattere eversivo” e che lei non è altro che un evasore…
I detrattori ovviamente la buttano in caciara, non sanno nemmeno di cosa parlano. Io sulle tasse ho una certa idea, ma questa mia battaglia non c’entra niente né con l’evasione, né con lo sciopero fiscale perché io pago la busta paga integrale. Sono i lavoratori che devono pagare le loro tasse, non io. I miei dipendenti hanno cercato di pagare le tasse attraverso un libretto al portatore, mala Agenziadelle Entrate si è rifiutata di accettare il pagamento perché vuole che sia io a versare. Un debitore va a pagare i propri debiti e loro non lo accettano, vogliono che sia un altro a pagarli. Assurdo.
Anche in ottica marxista si potrebbe dire che il sostituto d’imposta è un’alienazione del lavoro del proletariato da parte del padrone.
Penso proprio di sì, ma questi qua non sono marxisti, ormai sono solo statalisti. Se lo rileggessero forse scoprirebbero che nemmeno Marx era così statalista. La realtà è che il sostituto di imposta sta bene a loro e non ai lavoratori, vorrei vedere se dovessero chiedere ogni volta la tessera o la trattenuta sindacale…

per gentile concessione dell'autore.
Tratto da FareItalia Mag:
http://www.fareitaliamag.it/2012/01/20/sostituto-di-imposta/

TORINO - «In tempo di crisi il Comune sperpera»

di Vito Foschi
Spulciando fra le varie delibere delle circoscrizioni torinesi ci siamo imbattuti in quella della circoscrizione 9 che nel dicembre del 2010 organizzava una festa di Natale con ingresso gratuito per 1000 persone. 
Ci si chiede quale era la finalità sociale di tale iniziativa. Non stiamo parlando di una festa per gli anziani soli o per i poveri, ma una festa a cui potevano accedere tutti, voi o io compresi. Mi si vuole spiegare a che scopo tutto ciò? Quei soldi non era meglio utilizzarli per pagare un bel pranzo e un bagno caldo ai tanti barboni della città? O spenderli per l’assistenza agli anziani non autosufficienti? L’iniziativa sa tanto del motto borbonico: festa, farina e forca. Volete sapere quanto è costato tutto ciò? 14000 euro, come da delibera Doc. n.95/2010 - 2010 07580/2010 approvata il 1 dicembre 2010(...)
Un’ultima chicca: i 14000 euro erano a copertura parziale. Peccato che il contributo richiesto era di 15.816,00, quindi la copertura cosiddetta parziale arrivava a ben l’88,5%. Non male per essere parziale. Inoltre la circoscrizione ha messo a disposizione anche tavoli, sedie e il palco per il complesso musicale. C’è da dubitare quando un’amministrazione pubblica si lamenta per mancanza di fondi.

tratto da Elzevirista.org:
http://www.elzevirista.org/2012/01/torino-in-tempo-di-crisi-il-comune.html

mercoledì 25 gennaio 2012

Lo Stato di Frédéric Bastiat

Segnaliamo l'articolo"Lo Stato" di Frédéric Bastiat pubblicato sul sito Panarchy:

http://www.panarchy.org/bastiat/stato.1848.html

Lo stato non può controllare l'economia senza controllare la gente

""I Padri Fondatori sapevano che lo stato non può controllare l'economia senza controllare la gente. E sapevano che quando lo stato decide di fare questo, è costretto ad usare la forza per ottenere quanto si propone. Per questo siamo giunti all'ora delle scelte"."

Ronald Reagan - L'ora delle scelte - discorso di appoggio alla candidatura presidenziale di B. Goldwater, 1964.

martedì 24 gennaio 2012

STATO E BENE COMUNE

Qui da noi “stato” si scrive con la S maiuscola e si finge di considerarlo una divinità, ignorando che è una mera finzione giuridica. Lo stato sarebbe nulla senza gli uomini politici che lo animano, e costoro non sono superuomini. Sono uomini come gli altri, ma più pericolosi perché dotati di potere, fra cui il potere fiscale di portar via e usare il denaro degli altri, a palate. Lo fanno, dicono, “per il bene comune”. Però l’unica definizione di bene comune e di interesse generale è tautologica: è quel che fanno i politici al potere, qualunque cosa facciano, compreso il rubare ai poveri per regalare ai ricchi. Se li eleggiamo si vantano di “rappresentare il popolo”, altro esempio di linguaggio ingannatore. Il popolo di cui parlano è quello dei loro clienti conniventi, che partecipano alla spartizione del bottino. (Sergio Ricossa, da Liberale a Libertario)

venerdì 20 gennaio 2012

Lo statalismo non crea l'uomo. Lo distrugge

di David Forte

"Sfortunatamente, gran parte della storia dell’Occidente è storia dello Stato che antepone se stesso a Dio, dello Stato che cerca di creare l’uomo, siano i nazisti che si proponevano di creare la razza perfetta, siano i comunisti che volevano creare l’uomo nuovo socialista. Lo abbiamo visto: ogni volta che lo Stato cerca di creare l’uomo a sua immagine, deve distruggere l’uomo che Dio ha creato a Sua immagine. Dachau e i gulag non sono orribili eccezioni: sono la logica conseguenza di questa ideologia. (...)"

tratto da: Tracce. Litterae Communionis, giugno 2003, p. 69-70.

Persona, desiderio, Stato
Traduzione di Sandro Chierici. Appunti non rivisti dall’autore
La persona prima dello Stato. Appunti dall’intervento di David Forte, docente di Legge al Cleveland-Marshall College of Law e consigliere dell’Amministrazione Usa, al Centro Culturale di Milano, il 19 maggio scorso
 

Catricalà: ora basta! Forse…

Catricalà a “Porta a porta”, sulle ferrovie: <Bisognerà intervenire sulle storture che avvantaggiano l’incumbent>. Ma non è ancora chiaro come questo avverrà: <Ci saranno norme che aiuteranno la facilità di accesso» alla rete>”.
Purtroppo é tutto qui ciò che il sottosegretario alla presidenza Catricalà ha avuto il coraggio di annunciare in nome e per conto del premier Monti, in tema di concorrenza e treni.
Eppure, solo pochissimi mesi fa, aveva rilasciato interviste bellicose contro il monopolista Fs, responsabile del fallimento di un’impresa privata come l’Arenaways. “Ora Basta!” aveva ruggito dalla sua comoda poltrona di garante della concorrenza. Ma ora che la poltrona sulla quale siede é tutta politica e quindi realmente pericolosa per gli interessi miliardari di Trenitalia, il nostro leone si limita a miagolare un assai più prudente: vedremo. vedremo…
Nel frattempo prega e spera che sia il Tar del Lazio a cavargli le castagne dal fuoco, magari con una sentenza favorevole all’imprenditore self-made Giuseppe Arena! Se a giorni uscirà la sentenza, rinviata dal mese di ottobre; che potrebbe permettere ai treni dell’Arenaways di sostare nelle stazioni intermedie della tratta Torino-Milano, il miracolo che il monopolista teme si realizzerà e un inizio di concorrenza vera tra gestori ferroviari avrà finalmente inizio.
Consigliamo caldamente la lettura dell’odissea dell’uomo che sfidò il gigante dei trasporti su rotaie.

Per gentile concessione dell'autore
tratto da Kalmha.net
http://kalmha.net/2012/01/catricala-ora-basta-forse/

giovedì 12 gennaio 2012

«Multati in divieto di sosta per pagare la RAI»

di Vito Foschi
Qui sotto un elenco non completo di alcune delibere della città di Torino in merito al pagamento del canone RAI per gli apparecchi televisivi posseduti dall’ente:

2011 - 00139/025
Abbonamenti canoni RAI per l'anno 2011 per le biblioteche civiche torinesi. Impegno di spesa di euro 6.004,65


2011 - 00045/049
Abbonamento RAI per l'anno 2011. Impegno di spesa euro 396,18.

2011 - 00030/089
Abbonamento speciale RAI canone anno 2011 per apparecchi televisivi del centro civico. Impegno della spesa di euro 400,31;

2011 - 00201/090
C7 - pagamento abbonamenti canoni RAI e tassa concessioni governative per l'anno 2011 per apparecchi televisivi installati in strutture circoscrizionali. Impegno della spesa di euro 606,72.

Come si può notare anche da questo elenco parziale i soldi spesi dal comune di Torino rappresentano una spesa non piccola. Questo ci permette di fare alcune considerazioni. Quanta parte del canone RAI viene dagli enti pubblici? Sembrerebbe una quota significativa(...)
e rappresenterebbe una semplice partita di giro fra i vari enti dello stato. Alla cifra che lo stato versa alla RAI oltre al canone bisognerebbe includere anche quella quota di canone che viene dagli enti pubblici che in ultima analisi è denaro di provenienza statale. Sicuramente a pagare sono sempre i cittadini, ma si guadagnerebbe in chiarezza. Si tratta di una sorta di tassa occulta che i cittadini non sanno di pagare; per esempio, pagando una multa pensano di finanziare la manutenzione stradale, ma in realtà finanziano la RAI.
Ma la considerazione più importante è: quanto televisori ha il comune di Torino? Al costo unitario di 110,5 euro e fermandosi alle delibere elencate sopra si ottiene un numero superiore a 60. Un numero non da poco. L’acquisto di questi televisori quanto sarà costato alla collettività? Il dubbio più importante riguarda l’utilizzo di questi televisori.

Sicuramente per una biblioteca è essenziale avere uno schermo per vedere i video, ma siamo proprio sicuri che sono tutti utilizzati per fini istituzionali?

tratto da Elzevirista:
 
http://www.elzevirista.org/2012/01/multati-in-divieto-di-sosta-per-pagare.html

mercoledì 11 gennaio 2012

Presentazione del libro "Credere nello stato?

Segnaliamo l'evento organizzato dal Cidas per presentare il libro di Lottieri. L'incontro si terrà
giovedì 19 gennaio 2012 ore 18:00 presso Libreria "Dante Alighieri", Piazza Carlo Felice, 19, Turin, Italy



Presentazione del libro "Credere nello stato? - Teologia politica e dissimulazione da Filippo il bello a wikileaks" di Carlo Lottieri,

Rubbettino editore, 2011
ISBN: 9788849831658


Il prof. Paolo Heritier (Università di Torino) dialogherà con l'autore.



Un’istituzione quale lo Stato moderno, che fin dai suoi primi passi si è autorappresentata quale sovrana e interprete di un potere assoluto (libero da ogni vincolo), è del tutto incomprensibile se non si coglie il legame che da sempre essa intrattiene con la teologia. Dal momento che pretende obbedienza e rivendica un controllo monopolistico della forza sul territorio, lo Stato intreccia insomma questioni istituzionali e religiose: prima rivendicando una legittimazione di carattere sacrale e utilizzando la religione quale instrumentum regni, poi prospettandosi come alternativa metafisica e fonte autentica di ogni possibile salvezza e, infine, interpretando il venir meno di ogni trascendenza e il trionfo dello strumentalismo. Il presente volume, che evoca un gran numero di questioni e autori senza avere la presunzione di individuare una soluzione definitiva a dibattiti tanto complessi, traccia un percorso volto a chiedersi se si possa davvero aver fede nello Stato, facendone il senso ultimo della nostra esistenza, e prestar fede a quanto affermano gli ideologi schierati a sua difesa. Il tema della teologia politica e quello della dissimulazione – dello Stato quale fonte di occultamento della realtà – sono d’altro canto strettamente legati, dato che l’aperta sfida che il potere moderno ha lanciato alle confessioni religiose propriamente dette lo ha costretto a moltiplicare le falsificazioni e gli inganni.


http://www.store.rubbettinoeditore.it/credere-nello-stato.html
 

mercoledì 4 gennaio 2012

Di nuovo online Ultima Thule

La rivista online Ultima Thule è di nuovo attiva con una nuova veste grafica:

http://www.ultimathule.it/

Sulle pagine di Ultima Thule si è parlato per la prima volta di organizzare un Tea Party.

Fra i vari articoli, permettetemi di segnalarvi il mio:
http://www.ultimathule.it/content/l-team-quando-la-protezione-è-concorrenza

Vito Foschi

martedì 3 gennaio 2012

Il blog di Stefano Magni

Segnaliamo il blog di Stefano Magni, giornalista de L'opinione, che ha dedicato un libro ai Tea Party americani, citando anche la nostra manifestazione a Torino Comics:

http://oggettivista.wordpress.com/